Nostalgia di quando i numeri si componevano girando la ruota col dito, su quel telefono grigio che stazionava immobile nell’ingresso di casa. Nostalgia di quando telefonare era per emergenza o per esigenza reale, non come ora che si chiama continuamente per qualsiasi sciocchezza. E tra tutte le esigenze…la più grande: quella di parlare con il proprio amore! Telefonate interminabili, cercando di allungare il filo del telefono per raggiungere un angolo della casa che ci desse un po’ di privacy, perché tutta la famiglia era lì ad ascoltare. E quando proprio non era possibile, scendevamo in strada e chiamavamo dalle cabine telefoniche: trappole che, per le interurbane, ingoiavano voracemente i gettoni… cloc, cloc… e le parole fra noi innamorati si bloccavano all’improvviso, poi acceleravano nell’ansia, fino al silenzio della linea. Ora il vecchio telefono, non più impolverato, è di nuovo nel nostro ingresso: le piante fiorite hanno sostituito le parole perdute e ad ogni bambino che entra in casa e lo guarda stupito, lui gli racconta di un mondo che non c’è più.
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