Ricordi di un’anziana signora che, sempre in silenzio ma con il sorriso sulle labbra, ti guardava sbirciando da sopra gli occhiali e poi continuava a cucire. Di quel portacotoni, sempre al suo fianco, dal quale estraeva fili di tutti i colori, pezzetti di stoffa, forbici, aghi e spilli… come un prestigiatore che tira fuori dal cilindro nuovi oggetti senza che abbiano mai fine. E ogni volta che un nuovo filo veniva estratto e poi usato per cucire, ecco che una nuova storia prendeva vita. La storia di quel vestito per una bellissima ragazza che in lungo e in largo tanto cercò l’amore, per poi scoprire che era sempre stato di fianco a lei. O di quella toppa per i pantaloni di un bambino dalle ginocchia sempre sbucciate, che una volta adulto aveva poi dimenticato la gioia di correre a perdifiato, di assaporare ogni singolo secondo di un tempo infinito, finché la mamma non lo chiamava per cena. Centinaia, forse migliaia, di storie: ogni filo una storia, ogni taglio un imprevisto, ogni ricamo un’avventura.
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